Menopausa: capitolo 2

Meno-pausa: l’etimologia della parola ci spiega che quel “Meno” non è un diminutivo ma viene dal latino “Mens“, Mese; in un certo momento della nostra vita inizia un periodo di pausa del ciclo mensile.

Con l’arrivo della menopausa si conclude il periodo iniziato nell’adolescenza in cui quelle tracce mensili e cicliche, ci stanno a ricordare che siamo entrate nel campo della fertilità; possiamo generare figli. Così mi ha detto la nonna quando ho avuto la prima mestruazione. La nonna era una ostetrica, anzi una Levatrice. Mi ha fatto nascere lei, così come le mie sorelle e mio fratello. Siamo tutti nati in casa. Si faceva così in quegli anni. Ora le mamme più alternative tornano a fare così.

Intorno agli 11 anni, ero stata avvisata dai miei genitori che stavo entrando in un periodo in cui avrei potuto vedere delle macchioline di sangue e, in quel caso, la mamma mi avrebbe spiegato come comportarmi. Nessun discorso sul fiore e l’ape… Ma è successo solo un paio di anni dopo che un giorno ho notato delle tracce marroncine nelle mutandine; tracce che sembravano tutto tranne che sangue. A sera, la nonna mi ha dato un assorbente spiegandomi che ogni mese sarebbe successo: era il segnale che da quel momento potevo avere dei bambini. Una minaccia più che una promessa.

Questo è stato l’inizio del mio periodo fertile: sgradevole, misterioso e temuto.

Poi è arrivata la maternità; tardi per gli anni in cui ho partorito. Era il 1990, avevo 36 anni; ad una conoscente che ha avuto un figlio alla stessa mia età e nello stesso anno era stato proposto il taglio cesareo perché era una “primipara attempata”. Il mio ginecologo non solo ha evitato di usare quella definizione, ma non mi ha proposto il cesareo; mio figlio è nato con un parto naturale di cui ho un ricordo bellissimo. Ma alle feste dell’asilo di mio figlio, ero fra le mamme più anziane.

Intorno ai 50 anni è iniziata la pre-menopausa. Mestruazione abbondantissima per un giorno, quasi una emorragia, irregolarità del ciclo finche vari mesi dopo è scomparso. Ma il corpo non si arrende, ci prova a mantenere lo status quo. Così mi ha spiegato un altro amico ginecologo; le tachicardie e le vampate di calore che arrivavano a sorpresa erano “tentativi che il mio corpo faceva per risvegliare le ovaie”. Questa spiegazione ha avuto un effetto miracoloso: è stato l’incantesimo per far sparire le tachicardie.

Sono certa che il lavoro che faccio come Rolfer mi abbia aiutata a mantenere aperto il dialogo fra la mia parte razionale e quella più istintiva. So e sento non sono la stessa cosa ma si aiutano. Riconosco ciò che sento, con rispetto e cerco il significato.

Così ho lasciato andare la paura inconsapevole della menopausa, e di ciò che mi avrebbe tolto per iniziare a scoprire ciò che stavo ricevendo.

… continua …

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